Le guerre romano-sannitiche durarono circa due secoli. Varie
battaglie ebbero per teatro le campagne di Casalbore.
Sulle
pendici del monte “Chiuvi” (monte Chiodo di Buonalbergo) sorgeva la città di
Cluvia, nodo strategico di viabilità conteso da Romani e
Sanniti.
Nel 321 a.C. i Romani furono terribilmente battuti alle
Forche Caudine e non poterono giungere in Puglia per la via
beneventana.
Essi, allora, occuparono Lucera passando
attraverso l’Abruzzo e costeggiando l’Adriatico. Da Lucera
marciarono su Cluvia, passando certamente e guerreggiando anche in territorio
casalborese.
I Sanniti ritolsero Cluvia ai Romani e ne misero a morte il
presidio.
Ma i fieri legionari dell’Urbe tornarono all’attacco con più forze,
espugnando la città, uccidendo circa 20.000 Sanniti che la
difendevano.
Questa tremenda battaglia si svolse lungo il torrente
Santo Spirito che ora segna il confine tra Casalbore e
Buonalbergo.
Quando Cluvia fu abbattuta, i Romani ne
popolarono le campagne con gente portata da altri lembi d’Italia.
Si
formarono così le celebri “Colonie”, rette con statuti speciali.
Una
trasmigrazione massiccia fu quella dei Corneliani e dei
Bebiani, circa 60.000 persone dalla Liguria trapiantati tra il
Tammaro e il Miscano (181 a.C.) in un territorio che comprende tra gli altri i
Comuni di Taurasi, Circello,
Pago-Veiano, San Giorgio la Molara,
Apice, Reino, San Bartolomeo,
Paduli.
Con la caduta di Roma, il dominio di questa terra
passò ai Greci-Bizantini.
Qualche secolo più tardi, con l’arrivo dei
Longobardi e la nascita del ducato beneventano, i cui confini
si estendevano fino ad Equo Tutico (S. Eleuterio), la terra di
Casalbore fu compresa in questa sfera di influenza politica e religiosa.
II
millennio fu caratterizzato da nuove invasioni, quelle dei Saraceni provenienti
dall’adriatico e volti a conquistare, saccheggiando e devastando chiese e
villaggi, le terre verso Benevento.
È in questo periodo che
fu annesso alla terra di Casalbore un “Monte Saraceno”, sede di
un villaggio omonimo con castello (oggi contrada Pescolatorre) Prima dell’anno Mille in territorio casalborese vi furono altre chiese, così
come si evince dalla bolla pontificia di Pasquale II del 1102: “In Casali
Alvulo (ecclesia) Sancta e Mariae et Sancti Ioannis Precursoris
Domini”.
Quindi esisteva la chiesa di S. Giovanni, probabilmente
distrutta durante le incursioni arabe, quando fu distrutto anche il
“Casale” del Monte Saraceno (1268).
Altro antico tempio
cristiano è quello di San Michele Arcangelo, certamente non è
anteriore al VI secolo poiché fu nel 525 d.C. che San Michele apparve sul monte
Gargano
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